Crying Star, Parte 3 by Kane Banway

autore:Kane Banway
La lingua: ita
Format: epub
editore: Babelcube Inc.
pubblicato: 2017-10-30T00:00:00+00:00

6. Home sweet home

«Aspiriamo tutti alla pace. Anch’io. Ma prima della pace nel paese in cui si vive, per me la parola «pace» indica avere il frigo pieno e i miei figli al sicuro. Allora, per quello che riguarda la pace del mondo, pensateci bene.»

Théodore Neels, «Le dieci ragioni per cambiare campo», 1156 DB.

L’ammiraglio Scott ci mise tre giorni per ritrovare le tracce di Vulcano, poi due giorni supplementari per calcolare le coordinate abbastanza lontane della nave della Coalizione affinché Estarie non fosse nel mirino del vecchio vascello-scuola di Perseo dalla sua apparizione. Scott provò a far comprendere a Perseo la pericolosità della zona: la carenza di qualche nave di Europa aveva spinto la Coalizione a trarre vantaggio dalla situazione per prendere il controllo delle nuove zone di combattimento. E Vulcano si trovava nel bel mezzo di un sistema ancora in parte sotto il controllo di Europa. Senza successo, Perseo decise al contrario di partire il prima possibile per non obbligare Estarie a rimanere più del dovuto in questa zona a rischio. Scott provò a dissuaderlo più volte, con discrezione, offrendogli altre possibilità. Ma nessuna delle altre opzioni gli avrebbe permesso di trovarsi di fronte a Hérios e all’ammiraglio Karen. Anche se Perseo dubitava di poter vedere il suo amico da un posto che non fosse ostacolato da sbarre.

Il giovane chiuse la tuta da volo non appena sentì la fine dell’ultimo salto di Estarie. In orbita dietro la luna dai colori aranciati, la nave dell’ammiraglio Scott rimaneva al di là della portata delle antenne di Vulcano. Con un passo lento, raggiunse il molo, salutando alcune persone che lo guardavano in modo curioso. In quegli ultimi cinque giorni poté rendersi conto della celebrità che aveva acquisito da qualche mese. I piloti che andavano a fargli visita erano numerosi: volevano parlargli, guardarlo, e soprattutto ringraziarlo. Le parole erano spesso le stesse, ripetute senza stancarsi: un semplice grazie per aver aperto una porta. Per alcuni, si trattava di perdono o di redenzione. Per altri, di speranza.

Eppure, Perseo riusciva a fatica a capire come reagire di fronte a questo tipo di dichiarazione. Rapidamente, l’idea di lasciare Estarie divenne un bisogno pressante.

Sul lungofiume, vide il trasportatore pronto per il suo scopo: era lo stesso che l’ammiraglio Scott e i sopravvissuti di Impérius avevano preso in prestito per lasciare Vulcano dopo il loro salvataggio. Entrò attraverso la camera di decompressione aperta e appoggiò il tablet su una delle console di comunicazione. Udì un rumore provenire dalla camera di pilotaggio e rivolse in quella direzione lo sguardo. Teia e Ecate erano entrambe sedute e lo guardavano. Una sembrava divertita, l’altra furiosa.

- Che cosa fate lì? Domandò Perseo.

- Indovina, abbrutito. Ti accompagniamo, rispose Ecate. Sembra che ti piaccia così tanto sacrificare la tua vita che hai la tendenza a dimenticare quelle che hai legato alla tua. E forse siamo degli idioti che ti seguono nel mattatoio.

Ecate fece un gesto con il mento. Perseo si girò e vide giungere dalla cabina di pilotaggio Latone e Hype con la tuta di Vulcano.

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